Vacanze nel Salento tipicità gastronomiche
Il percorso di conoscenza e approccio ad un territorio può trovare piacevole arricchimento e gustoso approfondimento nei sapori e negli odori della tavola. Ecco perché le vacanze nel Salento possono essere anche un’occasione per scoprire un universo di piatti, ricette e pratiche culinarie che parlano di questa terra descrivendone al meglio anima e carattere. La cucina salentina si caratterizza per la sua umile semplicità, una cucina povera che si affida alla genuinità e alla grazia di pochi elementi sapientemente orchestrati nei sapori. Una cucina che racconta di un passato fatto di lavoro, sacrificio in eccezionale misura ed eccezionale costanza. Sacrifici che si reificavano diventando cibo proprio nell’alimentazione. Molta verdura, a sottolineare la vocazione agricola del territorio, non solo coltivata ma anche spontanea: le cicoriette amare, le paparine di campagna ovvero i rosolacci, li zanguni o grespini sono presenti sulla tavola salentina accanto alla catalogne , alla verza, ai mugnuli o cavoli, alle rape, alle melanzane. Accanto alla verdura, immancabili i legumi. Le fave cotte con tutta buccia o nette in accompagnamento con le cicorie, e poi i fagioli, i ceci, i piselli, cucinati da soli alla pignata con una cottura lenta e paziente a contatto con il fuoco vivo del caminetto, generatore di piacevolissima cremosità, o in abbinamento con la pasta. Anzi, proprio questa accoppiata può rappresentare una piacevole scoperta del palato per chi passi le sue vacanze nel Salento, che ha la possibilità di gustare un classico della gastronomia del luogo come i ciceri e tria, piatto che accompagnava la ricorrenza di San Giuseppe il 19 marzo, consistente in una sorta di tagliatella mischiata ai ceci cui si aggiungono i cosiddetti frizzuli, ovvero parti avanzate della sfoglia della pasta fritte in olio di oliva, che danno al piatto un gustoso gioco di consistenze tutto da assaggiare. Altro piatto della tradizione, che vede protagonisti i legumi, sono i morsi tozzetti di pane raffermo e fritti nell’olio di oliva, poi mescolati in una minestra di piselli secchi, o in un’altra minestra di legumi o brodo. Con i legumi le patate, preziose per la loro facile disponibilità e polivalenza di utilizzo, lessate e condite con olio e aceto insieme a pomodori e rucola. Oppure fritte come panzerotti dopo essere state impastate con uovo, formaggio e pane grattugiato, o immerse in polpette nel sugo, le cosiddette cocule. Ma la patata ritorna anche in altra preparazione tipica come la pitta una pizza rustica a base di pasta di patate, farcita al suo interno con una golosa salsina a base di pomodorini e cipolle. Al viaggiatore che trascorre le sue vacanze nel Salento si offre la possibilità di degustare un repertorio gastronomico povero, come detto, ma piuttosto vario nei suoi componenti, nella sua manipolazione, nei suoi, sapori e colori. Scarso l’uso della carne troppo costosa per i contadini. Il consumo della carne scandiva, infatti, solo le ricorrenze più importanti, come il pasto della domenica o il Natale e la Pasqua.