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Baia d'Oro Residence Torre Mozza

"Zeus ugento" di Chiocciolasud - Opera propria. Con licenza CC BY-SA 3.0 tramite Wikimedia Commons - https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Zeus_ugento.JPG#/media/File:Zeus_ugento.JPG

Torre Mozza e la terra dei messapi

Torre Mozza nel territorio di Ugento si trova sul versante ionico di quella terra di mezzo, come i greci indicavano la penisola salentina, che fu la Messapia. “Terra di Mezzo”, perché era posta tra i mari Ionio e Adriatico, e anche tra culture diverse, gli Illiri i coloni greci, le grandi poleis elleniche come Corinto, Atene. Giunti in questo territorio nel periodo di passaggio tra l’età del bronzo e quella del ferro i messapi sono uno dei popoli più misteriosi e meno conosciuti dell’antichità. Di origine illirica provenienti dall’Albania probabilmente via mare, queste popolazioni si sono fuse con gli autoctoni determinando la cultura e l’organizzazione sociale di questa parte della Puglia. E’ di questo periodo, infatti, lo sviluppo impetuoso della navigazione; e a questo stesso periodo risale la creazione degli approdi marittimi. Gli storici romani affermano che Aletini, Veretini e Uxentini erano popoli prevalentemente marinari, e, fra l’altro, fornitori di navi a Roma. Secondo il Corvaglia il posto di Aletium è da identificare con l’attuale porto di Gallipoli, Veretum con quello conosciuto attualmente col nome di Cala di Capo San Gregorio in comune di Patù , quello Uxentino era sito nella vicina Torre San Giovannia pochi chilometri a nord da Torre Mozza, dai Romani appunto detto portus Uxentinus “. Lo studioso afferma poi che, secondo Tucidide, ” i Messapi organizzarono la loro vita politico-amministrativa sulla falsariga della organizzazione politica dei Siculi, per cui le città messapiche ebbero l’impronta di città-stato libere, ora rette da re, ora rette a repubblica, ma sempre indipendenti l’una dall’altra “. Questo tipo di organizzazione favorì lo sviluppo di una civiltà originale con poche o nulle contaminazioni esterne almeno fino al quinto secolo. Popolo bellicoso, almeno per come li descrive Erodoto, quando racconta delle guerre tra la colonia spartana di Taranto e le popolazioni indigene della Puglia meridionale; esse furono all’origine della piú grande strage di Greci, attribuita proprio ai Messapi, che ai Tarentini inflissero l’umiliazione più cocente. Diodoro Siculo riferisce che gli Iapigi (la piú antica denominazione di queste genti) inseguirono l’esercito tarentino in disfatta e, quindi, i loro alleati reggini, «come se dovessero piombare a Reggio insieme ai fuggiaschi e impadronirsi della città». Fu però anche un popolo marinaro, coltivatore dei terreni costieri e interni, anche sulle alture, allevatore di cavalli, abilissimi cavalieri, costruttore di veloci navi da carico e da battaglia, costruttori di città. Fonti attendibili sostengono che quella che poteva considerarsi la capitale della Messapia, Uxentum, contasse all’epoca centomila abitanti; e che questa città fosse difesa da magnifiche, poderose mura di cui oggi si possono ancora osservare alcuni resti al di fuori dell’abitato di Ugento a poca distanza da Torre Mozza. A seguito di ripeturi scontri con Taranto i Messapi entrarono nell’orbita tarantina, mai vinti, ma stanchi delle lunghe guerre. Così, la storia di questa terra subì l’influenza diretta della più importante polis greca di Puglia, di cui ereditò anche i culti, come attestato dalla mirabile statuetta bronzea dello Zeus di Ugento. Torre Mozza situata su quella costa che i messapi hanno abitato e custodito per secoli, regala ancora le suggestioni di una storia che continua ad affascinare e sedurre.